Detrazione interessi passivi sul mutuo prima casa: il Covid causa di forza maggiore

Quando si acquista un’abitazione da adibire a prima casa è possibile usufruire della detrazione al 19% degli interessi passivi sui mutui; per accedere a questo beneficio devono verificarsi precise condizioni:

– il mutuo deve essere stipulato nei 12 mesi antecedenti o successivi all’acquisto dell’immobile;

– l’immobile deve essere destinato ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto.

La seconda condizione potrebbe risultare di difficile realizzazione in questo periodo segnato dalle ripercussioni della Pandemia da Covid19 in ogni settore, per ritardi non dipendenti dalla volontà dell’acquirente.

Per questa ragione l’Agenzia delle Entrate dichiara che la pandemia può essere invocata come causa di forza maggiore in caso di ritardi sugli adempimenti relativi alla prima casa.

Viene precisato dallo stesso Ente che il rinvio, pur non rientrando nella fattispecie presa in considerazione dal Decreto Liquidità, può essere fruito per il tempo corrispondente alla durata della causa di forza maggiore, stabilità per il momento dal 23 febbraio 2020 al 2 giugno 2020. Il Decreto Liquidità, infatti, riguarda esclusivamente l’imposta di registro per l’acquisto agevolato della prima casa.

Il provvedimento parla di “impedimenti oggettivi” e non prevedibili, che possano ostacolare l’adempimento non potendo essere evitati.

Il caso specifico che ha generato la risposta dell’Agenzia delle Entrate (scarica PDF) riguarda una contribuente che ha acquistato un immobile adiacente al proprio, con l’intenzione di accorparlo rendendolo a tutti gli effetti unica abitazione principale. A causa di ritardi sui lavori, dovuti al lockdown e agli altri effetti della pandemia da coronavirus, l’acquirente rischiava in questo caso di perdere le agevolazioni previste sull’acquisto della prima casa.

 

Proprio in questi giorni l’Italia, e in modo più duro la Lombardia, sta affrontando un’emergenza senza precedenti nell’era moderna. Il contagio da Covid-19, il nuovo coronavirus, sta mettendo a dura prova ogni settore socio-economico. È presto per formulare stime di qualsiasi tipo, è necessario capire e monitorare l’evoluzione e la diffusione della patologia per avere un insieme di informazioni tale da poter snocciolare dati ed emettere proiezioni.

E, come per tutti i comparti economici del nostro Paese, non è ancora chiaro cosa accadrà al mercato immobiliare e in particolare ai prezzi delle abitazioni residenziali. Non è detto, però, che gli effetti saranno solo negativi: alcune agenzie di rating stanno valutando il problema e gli elementi legati a questo evento, che potrebbero addirittura migliorare molti aspetti.

Ciò che ne uscirà sicuramente sfiancato sarà il nostro già sofferente PIL, il Prodotto Interno Lordo: secondo le prime indicazioni la crescita potrebbe dimezzarsi fino allo 0,5% – anche se ci sono speranze per la seconda parte dell’anno. Il dato confortante, se così possiamo definirlo, arriva dall’Unione Europea, che sta studiando misure economiche per incentivare le imprese e le famiglie. Ma anche, purtroppo, il coinvolgimento diretto di tutti i Paesi del Pianeta è un fatto positivo (pur nella tragicità del momento e di questa stessa affermazione): l’Italia avrebbe avuto infatti conseguenze ancora più dure se fosse rimasto uno dei pochi Stati a dover fronteggiare questa situazione contingente.

C’è da aspettarsi una frenata dell’incremento dei prezzi degli immobili, ma anche questo aspetto potrebbe non rivelarsi del tutto negativo se questo, nel breve termine, accelererà la vendita di proprietà fino ad ora difficili da trattare e per le quali la trattativa si sta rivelando improduttiva.

Se la frenata della crescita dei prezzi sarà contrastata da efficaci misure economiche da parte del Governo Italiano per il contenimento della crisi economica che potrebbe svilupparsi, potremo andare incontro addirittura a una inversione di tendenza che potrebbe far ripartire la crescita dei prezzi e delle compravendite.

Sono allo studio infatti soluzioni per favorire l’accesso al credito di famiglie e imprese e finanziamenti con costi contenuti.

È necessario che gli strumenti e le norme che saranno applicate siano davvero efficaci, affinché i disagi prodotti dall’eventuale incremento della disoccupazione e delle imprese costrette a chiudere o in forte crisi siano contenuti il più possibile: questo permetterà al mercato immobiliare di risentire in maniera minore dei contraccolpi negativi derivati dalla diffusione del coronavirus, limitando la discesa dei prezzi e contenendo le difficoltà di acquisto dei potenziali clienti.

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